Dopo 5 turni, nel campionato di B, girone C “ tirrenico “, prevalgono, al momento, le squadre maggiormente attrezzatesi per arrivare fino in fondo; altre sono in fase di assestamento, altre ancora si possono configurare quali realtà emergenti o forse autentiche mine vaganti, per chiudere con un gruppo di compagini che tra di loro si equivalgono, soprattutto in virtù del condizionamento esercitato dalle molteplici sessioni di mercato, aperte nel corso della stagione.
Palestrina e Valmontone sono a punteggio pieno ed il loro sembra un testa a testa, destinato a durare nel prosieguo della stagione. I primi, ancorati su una solida base locale e arricchiti nella sostanza, dagli innesti di giocatori di livello provenienti da altre realtà quali l’ala Pedersini, il play Montanari, il mezzo lungo Drigo ( figlio d’arte!!! ) ma soprattutto Davide Serino, “ totem “ napoletano di grande esperienza, reduce da campionati vincenti o comunque d’avanguardia come nell’ultima sofferta esperienza nella sua città natale e, nel finale di stagione, a Montegranaro. Per il “ palestrinese “ Lulli, purosangue coach prenestino, il problema gestionale di uno spogliatoio di grande personalità, condizionato equamente, dalla spumeggiante vena autoctona, rappresentata da Rischia e Rossi, in particolare, ed in alternanza, o meglio integrata, ottimisticamente, dalla qualità tecnica degli innesti come sopra. Dietro comunque una società competente ed esperta per i salti di categoria, come storicamente avvenuto anche in tempi non lontani. I secondi, rappresentanti della novità nel comprensorio romano, magnificamente gestiti dalla scrivania, da Paolo Moretti, ex gm di Palestrina e di Ferentino, costruttore di una realtà che ha fatto passi da gigante, in un solo anno, attraverso l’acquisizione di importanti contratti quali quelli del play Guarino, da Ferentino, numero uno del girone, nel suo ruolo, nonché di un vincente quale il veterano Carrizo, comunque reduce da un'altra finale playoff nelle file del Cassino. Intorno ottimi tasselli integrati nel contesto, quali il lungo Bisconti, autore al momento, di una stagione da incorniciare, la guardia De Fabritis, sesto uomo dall’impatto devastante, ricco di qualità, l’ala argentina Caceres ed i giovani ma non ingenui Martino, Reali e Di Ianni….Un maturo meccanismo ad orologeria, ben guidato dal giovane Origlio, ex assistente di quel Franco Gramenzi, tuttora alla guida della Benacquista Latina. Pesano su Valmontone, l’inesperienza della piazza, a certi livelli, ed un ambiente ancora non propriamente omogeneo intorno alla squadra, come può esserlo Palestrina. La squadra trasmette una grande sensazione di sicurezza malgrado sul suo “ score “ di classifica, aleggi l’ombra della non nitida, per come si è materializzata, vittoria sul campo dello Scauri, tuttora oggetto di contestazione.
Seguono ad 8 punti, due formazioni quali Luiss e Napoli che, in comune hanno la valorizzazione di alto bordo, dei giovani, sebbene diverso risulti essere il meccanismo di reclutamento. La storica università romana, ormai trasformatasi in un nostrano college di pallacanestro, con “ draft “ accademici e non, meravigliosamente programmati da Andrea Paccariè, bravo a curare aspetti di sistema nelle sue squadre, appunto capaci di giocare con una personalità di gruppo ma con meccanismi oleati in sistematiche sedute di allenamento, dove la figura dell’allenatore equivale a quella di un santone dei colleges d’oltreoceano. Da incorniciare la loro stagione appena trascorsa, la migliore della loro storia, per crescendo ed intensità, conservata la spina dorsale del gruppo con il play teramano Faragalli, la guardia Scuderi, ma soprattutto la stella Ramenghi, forse il pivot più promettente dell’intera B coadiuvato dall’altro giovane lungo emergente, dall’infinita apertura alare che, risponde al nome di Beretta. Il loro ruolino di marcia è stato stoppato da una Cefalù, squadra affamata di punti e reduce dal cambio di allenatore, ma nei contenuti la squadra luissina ha dimostrato di poter lottare per un posto al sole, soprattutto lasciando l’impressione di un ottima pallacanestro d’assieme, per palati fini. Stesso discorso per il Cuore Napoli, del napoletanissimo presidente Ruggiero, uomo di grande carattere, capace di trasferire da Agropoli, dove ha i suoi interessi di lavoro, la società cilentana nell’ affascinante ma degradato palcoscenico partenopeo, in una sfida avvincente ma complicata dagli innumerevoli fallimenti delle tante realtà alternatesi, negli ultimi dieci anni, con pari insuccesso, sulla scena di Napoli nonché dall’impiantistica problematica del capoluogo campano, come dimostra la vicenda PalaBarbuto, e il temporaneo, si spera, esilio, della squadra a Cercola. Uno staff dirigenziale e tecnico di assoluta competenza, con Pino Corvo e Massimo Sbaragli, due vecchie eccezionali vecchie glorie del basket giocato, rispettivamente nei ruoli di direttore sportivo e gm, la ciliegina sulla torta costituita dall’assunzione quale capo allenatore, del santantimese Ciccio Ponticiello, uno degli allenatori più navigati della A2 Silver, elemento caratterizzante, tecnicamente parlando, per il movimento delle Minors da 20 anni a questa parte. Sullo sfondo una squadra giovane, allestita in ritardo, affidata in regia all’esperto play Maggio, cavallo di ritorno a Napoli, dopo 7 anni di esperienze sulla penisola, in particolar modo tra Bologna e Forlì, in ultima appendice con la coppia slava Visnijc-Nikolic, quest’ultimo reduce da un positivo campionato con la Stella Azzurra ed intorno una nidiata di ragazzi tutti campani. Grandi stimoli, tanta voglia di far bene e la mano del suo straordinario nocchiero ovvero l’organizzazione difensiva curata all’inverosimile. Fatale come nel caso della Luiss, lo sbarco in Sicilia, in casa del Barcellona, ma la squadra campana è crollata solo nel finale e qualcuno giurerà assieme a me che , la Ponticiello band, col suo allenatore, farà parlare di sé…
Nella coppia a 6 punti, composta da Cassino e Barcellona, emerge quale mina vagante, la già retrocessa squadra sicula, affidata nella ricostruzione, al procuratore-consulente di Ostia/Terracina, Venanzio D’Alessio, che, ha posizionato in panca, un giovane allenatore slavo, Milan Nisic. Squadra nuova ma equilibrata nel suo insieme, con l’innesto di Sereni, dal Catanzaro, quale riferimento insieme al bomber Grilli, all’ala pontina De Angelis ed al sudamericano Rodriguez, senza dimenticare Stefanini. Dopo un inizio balbettante, le ultime due vittorie, di prestigio e con prestazioni significative, in trasferta, ad Atina, contro Cassino ed in casa, come dicevamo contro Napoli, in un ambiente caldissimo, autentico sesto uomo in campo e con una società memore dei trascorsi, anche recenti, di Barcellona, nelle serie superiori. Cassino si presenta come un vero “ work in progress “, reduce da una prestigiosa quanto storica finale playoff, ma adesso rifondata per dieci decimi, con un progetto profondo, destinato a riportare, a breve, la pallacanestro nella città martire e dunque mettere fine al poliennale esilio nella Valcomino. Della squadra, ancora affidata a Luca Vettese, straordinariamente coperta vicino canestro, attraverso, l’esperienza e la forza di “ King “ Bagnoli, cuore infranto ex scaurese, ultimamente con qualche problema fisico, la mentalità vincente di Birindelli, la sostanza e l’affidabilità di Sergio e la solidità del cambio Marsili, si può dire debba lavorare ancora un po’, per trovare un bilanciamento tra l’appunto appena sopracitata e sovraccarica batteria dei lunghi, l’esuberanza di guardie, brave ad alti ritmi, quali l’ex Anagni Giampaoli e l’ex Valsesia, Quartuccio ed in ultima analisi i perimetrali, Del Monte e Valesin, in via di fusione con un complesso segmento squadra, capace di poter stupire ma bisognoso dei necessari tempi di amalgama.
Sostenuto nei numeri, il drappello a 4 punti, ma con doverosi distinguo relativi a Teramo, una partita in meno con Catanzaro, per le note vicende del terremoto, ma una buona organizzazione di base, ben coordinata da coach Piero Bianchi, ruotante intorno ad uno dei migliori realizzatori del girone, quale Tessitore, all’eterno mezzo lungo Gaeta, al play Salamina e agli emergenti abruzzesi Papa e La Gioia, un successo importante fuori dalle mura amiche, in un campo torrido quale Scauri. Quest’ultimo, reduce da una stagione straordinaria, superata comunque un estate difficile, nella quale ha perso per ovvie ragioni di bilancio, Bagnoli, mantenuto il neo sposo Richotti, l’altro argentino Boffelli ed il “ senatore “ Lombardo, ma accaparrandosi elementi rampanti, quali l’esterno Mastrangelo ed altri giovani di valore Markus, Antonietti ed Osmatescu, cerca di regalare ancora luce alla sua lunga storia, inossidabile idillio con la serie B….costi quel che costi! Affidato alla guida tecnica competente di Enrico Fabbri, al suo ritorno nella società tirrenica, nel luogo dove risiede, lo Scauri, ha bisogno, in società, di dosare gli assilli, le pressioni e gli oneri di ordine non secondario, sulle spalle dell’allenatore livornese, al fine di riproporre un progetto credibile in una piazza, da sempre esigente ma non altrettanto ragionevole, persa nel sogno della semifinale playoff, dello scorso anno, con attori diversi, quali coach Sabatino ed il “ totem “ Bagnoli….ma anche con scenari diversi! Il calendario non ha aiutato la compagine sudpontina, vittoriosa nel facile esordio a Viterbo ma successivamente in difficoltà contro Teramo in casa, in ripresa a Catanzaro, finalmente qualitativa, al ritorno tra le mura amiche, contro la capolista Valmontone ma probabilmente maltrattata dal duo arbitrale, in un concitato finale, le cui sorti lasciano ancora aperta la discussione! Dopo la prevedibile ma dignitosa battuta d’arresto di Palestrina, ancora una trasferta in casa della temibile Luiss e dunque termometro in agitazione…. Differenti le situazioni di società dal passato glorioso, quali le siciliane Cefalù e Patti, con i primi, da tempo fuori dal giro, impegnati in un ricambio generazionale a livello dirigenziale, non particolarmente protettivi auspicata, con uno dei simboli della pallacanestro isolana, quel Fabio Nardone, riaccolto nelle vesti di allenatore, 16 anni dopo, ma costretto alle dimissioni dopo sole tre partite, con una discutibile condotta societaria. Il paventato ritorno, in panca, di un altro mito dell’epoca, quale Renato Sabatino, non si è concretizzato, aprendo la strada all’assunzione del fabrianese Luca Ciaboco, ex Latina ma soprattutto esperto assistent coach sulle piazze di Fabriano e Jesi. L’esordio, bagnato con una legittima vittoria contro la Luiss, riporta il sorriso nel club palermitano ancora scosso dalla recente scomparsa di Lorenzo de Lise, suo giocatore emergente nonché nipote dello storico ex gm Ciccio de Lise e figlio di Ciro de Lise, giocatore un tempo, dello stesso club. Come da serena previsione, Patti, al suo ritorno nella cadetteria, dopo circa un ventennio, affidatasi alle cure di Pippo Sidoti, altro storico nome della panchina siciliana, continua il suo cammino orientato verso il conseguimento di una tranquilla salvezza, obiettivo per il quale dovrà lottare anche Catanzaro, 2 punti ed una partita da recuperare, come dicevamo in precedenza, a Teramo, priva dallo scorso campionato, di coach Cattani e di fatto gestita dalla coppia Gianni Tripodi, in qualità di direttore tecnico e Pullano allenatore, sempre nello scorso campionato assistente di Cattani. Due arrivi da segnalare, quali quelli di Guadagnola, dal Venafro, ala realizzatrice, ma di difficile collocazione tattica e gestionale ed il cambio play di Carpanzano, l’ex Monopoli Calabretto. Le due blasonate società romane, Stella Azzurra e Vis Nova, marciano appaiate, a 4 punti, ma con obiettivi diametralmente opposti. La società nerostellata, mirabilmente gestita fuori ed in campo da Germano D’arcangeli, si appresta a costruire l’ennesimo parco giocatori, classe 94/95 e dintorni che, tramite il campionato di serie B ed il raggiungimento delle finali nazionali, dovrà trovare collocazione, nella prossima stagione, in una prestigiosa e remunerativa cadetteria ma più verosimilmente nella A2 silver e perché no nella massima serie. La Vis Nova, coperta bene nel reparto esterni, con gli ex Eurobasket Casale e Staffieri, con l’ex stellino Rossetti, dotata di un elemento di primo piano, nel reparto ali, quale Pierangeli, ma per ora “ tradita “ vicino canestro dall’esperto Iannilli benchè sorretta dal veterano Gori, negli intenti del gm Ravaioli e di coach Martiri, dovrebbe lottare per un posto nei playoff, se riuscirà a gestire problematici equilibri interni. Nel derby di sabato contro i cugini della Stella Azzurra, disputatosi presso l’arena Altero Felici, ha però palesato problemi di concentrazione nei momenti decisivi, lasciandosi trascinare nella bagarre sapientemente scatenata dai padroni di casa.
Infine i casi di Maddaloni e Forlì. Entrambe le società, penultime a due punti, con 4 partite perse ed una vinta, speravano forse in una situazione migliore, anche rispetto agli investimenti effettuati in sede di mercato. I campani, sempre affidati a coach Monda, deboli vicino canestro, presentano un perimetro “ caldo “, con gli ex isernini, i romani Guagliardi e Sansone, l’altro romano ex Scauri, Giammò e l’esperto ex Scafati Carrichiello, decisamente difficile però stabilire, il numero e le situazioni d’attacco specifiche, con un ragionevole bilanciamento tra i quattro. Forlì, erede del titolo dello Scafati, guidata da Giampaolo Di Lorenzo, di ritorno nella sua patria elettiva e reduce dalla delusione patita in terra natia, nella “ querelle “ dell’Azzurro Napoli, ha avuto un avvio incerto che, ha spento gli entusiasmi della vigilia, ma trattandosi di una squadra nuova, da mettere insieme, ed inizialmente pensata per la C, è lecito concedere tempo e chances di risalita alla truppa che annovera il veterano, ex nazionale, Rodolfo Rombaldoni, un buon realizzatore quale Fontecchio, l’emergente play, figliolo di Carlton Myers, Joel, elementi di rendimento quali Ghirelli e l’ex Ravenna e Palestrina, il lungo Cicognani. Per chiudere Viterbo, fanalino di coda, a 0 punti, vedova di Marcante, infortunato, e forse al momento, con una rosa inadeguata per questo campionato. A presto cari miei…ma pochi!
DOMENICO “ MIMMO “ BIELLO